Sabato Santo: per la Chiesa giorno “aliturgico”, in cui non si celebra alcun rito. Giorno di “sospensione”, di stupore, di attesa. Giorno di “inumazione” di tutto.
Nessun segno che non sia il silenzio.
Lo è oggi, paradossalmente, forse per la prima volta, anche per il mondo, sospeso, ancora incredulo per la recente e attuale “passione”. E non da oggi. Stiamo vivendo un lungo “sabato santo”, una quarantena che oltrepassa la stessa quaresima.
Per la Chiesa, continua il “digiuno” dei sacramenti. E mai come ora, dai credenti, viene fuori l’esigenza dei segni comuni della fede: l’Eucaristia, la Riconciliazione, il Battesimo, il Matrimonio. Paradossalmente, però, stiamo interiorizzando ciò che era per tanti solo esteriorità, per gustarlo meglio quando si potrà farlo nella sicurezza suggerita dalla scienza, che non è mai in contrasto con la fede religiosa, se non per coloro che sono nell’ignoranza o nella malafede.
Questa sospensione dei segni la viviamo anche nella vita di tutti i giorni: il bacio, l’abbraccio, la stretta di mano. E così come per i sacramenti, forse, quando ci sarà permesso, li apprezzeremo di più.
E il nostro “sabato santo”, da credenti o da cittadini, se lo avremo realmente maturato come il seme che sta sottoterra, sarà soltanto un “passaggio”; per i credenti una “Pasqua” verso la Resurrezione di Cristo, per tutti una rinascita delle coscienze per un mondo più umano.
Il silenzio dei segni
aprile 11, 2020 di torietoreri
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