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Archive for gennaio 2017

Muro o ponte?

Si stanno radicalizzando, oggi, due posizioni fondamentali nell’intendere l’uomo, il mondo, il suo destino e nell’agire di conseguenza: due posizioni radicalmente opposte, e ben rappresentate da alcuni leader della terra e della nostra Italia in particolare.
La prima posizione riguarda la difesa strenua di status quo, di privilegi, di ricchezze, di prerogative. Ed è trasversale all’Occidente e all’Oriente, all’una e all’altra delle rispettive civiltà. In Occidente, come chiusura a riccio nella difesa di razza, religione, cultura, risorse, indebitamente riferite al cristianesimo. Trump a livello internazionale, Salvini in Italia sono i leader più rappresentativi di questa tendenza. In Oriente, l’estremizzazione dell’Islam rappresentata dall’ISIS. La rappresentazione “plastica” di tale concezione è il muro.
La seconda posizione è quella che invece riconduce tutto ad una concezione di “misericordia”, non intesa soltanto religiosamente, o come un buonismo fine a se stesso; ma come la consapevolezza che “ogni uomo è mio fratello”, e pertanto, pur nella giusta considerazione di regole da rispettare, vi sono mani da tendere, poveri da assistere. Colui che “incarna”, a tutti i livelli, questa tendenza, è Papa Francesco, per il quale rappresentazione plastica di questo secondo atteggiamento è il ponte.
Paradossalmente, anche nell’ambito della Chiesa, purtroppo, è presente questa lacerazione; Chiesa che invece dovrebbe univocamente evangelizzare l’ “ama il tuo prossimo come te stesso”.
Queste posizioni sono, prima che politiche, psicologiche; prima che sociali, appartenenti alla sfera emotiva ed affettiva di ciascuno. E nascono pertanto nell’intimo della propria coscienza. Una coscienza chiusa a riccio o rivolta all’altro, senza dimenticare se stessa; una coscienza egoista o, in questo sì, finalmente “cristiana”.
Si richiede pertanto all’uomo di oggi “da che parte sta”: dalla parte del guardare soltanto a se stesso, o dalla parte del ricercare il bene comune, che poi gratifica anche le proprie vere esigenze.
In conclusione, prima di votare per questo o quel partito, domandiamoci a quale di queste concezioni appartenga; ma ancor prima, domandiamoci, in coscienza, a quale di queste visioni del mondo noi vogliamo aderire.

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Maria Madre di Dio

Forse non ci rendiamo abbastanza conto della portata logica e teologica che hanno per i cristiani queste semplici parole, con cui oggi si celebra “Maria Madre di Dio”. Non soltanto “Madre di Cristo”, ove la maternità umana è comune a tante altre donne; ma “Madre di Dio”, che appare una contraddizione in termini: Dio, per definizione, non può avere un’origine. Eppure il Concilio di Efeso definì questa affermazione teologica in forma di dogma: la divinità della maternità di Maria. Ciò “ribalta” la dignità di una umanità considerata prima del cristianesimo soggetta al dispotismo di un Dio vendicativo, e ne rivalorizza il ruolo. In Maria l’uomo “genera” Dio, si riconosce “figlia del suo figlio”, si reimpasta dal fango primordiale a quell’amalgama di materia e di spirito che ha voluto il suo Creatore; si riconcilia con la divinità riconoscendone il progetto. Così Maria, più che un’immagine da altarino diviene un’icona della Trinità, il “quarto” elemento di cui rende compartecipe l’umanità tutta.
E questa solidarietà di Dio con l’umanità dovrebbe essere la spinta propulsiva verso la pace: la doppia celebrazione di Capodanno, di Maria Madre di Dio e della Giornata mondiale della Pace ce ne rende ragione.

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