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Archive for giugno 2013

Non mi riferisco alla festa della Repubblica, che comunque da cittadino, formato da piccolo ai valori della Costituzione, sento particolarmente “mia”.

Ma questa volta mi riferisco alla festa cristiana di oggi del “Corpus Domini”, e al suo profondo significato “popolare”.

In quale contesto religioso Dio si fa infatti così accessibile a tutti, nelle specie di alimenti così condivisi come il pane e il vino, come nell’esperienza cristiana?

Se l’accostamento alla Parola di Dio comporta un accesso alla comprensione più mediato, la comunione sacramentale e l’adorazione eucaristica sono veramente dirette alla singola persona di qualsiasi condizione culturale e sociale.

Nella comunione sacramentale (non per niente l’Eucaristia è il Sacramento per eccellenza) Dio si compenetra, diventa “con-corporeo” all’uomo prima che avvenga la fusione degli spiriti.

Egli si rende disponibile alla confidenza e al dialogo con Lui nella presenza eucaristica “h 24” (come si suol dire oggi); e nell’adorazione “mette in fila” dal Papa all’ultimo fedele, che a lui anche fisicamente si rivolgono.

Questo pensavo, mentre assistevo in tv all’adorazione eucaristica del Papa a San Pietro. E il giornalista commentatore faceva  giustamente notare la scelta del Papa di non parlare, ma, contemplando il mistero, di far parlare Lui, esposto nell’ostensorio. E’ alla preghiera silenziosa che Papa Francesco ci va esortando, in varie occasioni, come in questa: preghiera che è innanzitutto ascolto, prima che richiesta, riflessione sul proprio essere, prima che domanda di grazie, riconoscimento del proprio limite, prima che esposizione dei propri meriti. E questo lo può fare, secondo il Vangelo, meglio il povero che il ricco, la prostituta che lo scriba, il pubblicano che il fariseo.

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